The chapter analyses those factors that have contributed to the launching and, so far incomplete and provisional, institutionalisation of an urban policy agenda in Italy. In particular, giving consideration to the basic elements of one of its important ideational components: the Smart City paradigm. Even though the latter legitimates a specific line of action, it summarises the frame of the agenda as a whole and specifies the general orientation of the neoliberal paradigm which, in turn, dominates EU policies. Focusing on this specific aspect, the chapter proposes an interpretation of the relationship between power and public action within the Italian urban agenda. According to this interpretation a specific type of economic actor has become better able to exert hegemony through state action, because it has effected an important strategy change: in order to create the extra-economic preconditions for pursuing an accumulation strategy – in this case that of selling goods and services – and reproducing it over time, not only do firms exert pressure, but they also play a more direct political role. They provide both the instruments and techniques to carry out actions and ideas that legitimate, address and structure public regulations, based on a specific vision of cities and the urban environment. The role of the Smart City paradigm in the urban agenda is not that of extinguishing the fundamental functions of politics but, on the one hand, of asking for it to be changed and, on the other, of achieving hegemony for the enterprises by taking on a new and more direct political role. In this case firms seem to replace both public (elected) actors and the traditional sites where applied knowledge is produced, in particular the universities. If necessary this goes beyond single firms’ interests in order to conceive those “imaginaries” and “knowledge brands” that provide this public policy with a frame as well as the operational tools it needs. A hegemonic project succeeds in defining local accumulation strategies and suitable public policies when the firms involved are better than public actors in developing reflexivity and learning. Along with technical and scientific actors this “fraction” of economic interests shapes a specific common sense within the variegated pattern of neoliberalism. The resulting effect is similar to that which has made possible the “divergent convergence” of neoliberal economic policies across Europe.

Il saggio analizza i fattori che hanno concorso al lancio e alla sinora provvisoria e incompleta istituzionalizzazione di un’agenda di politica urbana in Italia, considerando in particolare gli elementi di base di una sua rilevante componente ideazionale; il paradigma della Smart City. Pur legittimandone soprattutto una specifica linea di azione, esso compendia il frame dell’intera Agenda, specificando gli orientamenti generali del paradigma neoliberista a sua volta dominante nelle politiche dell’Unione europea (UE). Focalizzando questo aspetto specifico, nel saggio viene proposta un’interpretazione del rapporto fra azione pubblica e potere nell’Agenda urbana italiana, secondo la quale un tipo specifico di attori economici incrementa la sua capacità di esercitare egemonia attraverso l’azione statale esperendo un sostanziale cambio di strategia: al fine di creare le precondizioni extraeconomiche adatte per perseguire una strategia di accumulazione – in questo caso vendere beni e servizi – e riprodurlo nel tempo, le imprese non si limitano a effettuare pressione, ma tendono a svolgere un ruolo più direttamente politico, fornendo sia strumenti e tecniche per condurre l’azione, sia le idee che legittimano, indirizzano e strutturano la regolazione pubblica, basate su una visione delle città e dell’ambiente urbano. Il ruolo svolto dal paradigma Smart City nell’agenda urbana non consiste nel far venire meno le funzioni fondamentali della politica, ma da un lato nel postularne un cambiamento e dall’altro nel realizzare l’egemonia delle imprese attraverso la loro assunzione di un nuovo e più diretto ruolo politico. Questo va oltre la consolidata varietà di pratiche e strategie prodotte dalla dipendenza delle imprese dallo stato e dello stato dalle imprese. In questo caso le imprese sembrano sostituirsi sia agli attori pubblici, sia ai centri tradizionali di produzione di conoscenze applicate, in particolare le università, nell’ideare, se necessario trascendendo gli interessi delle singole aziende, gli immaginari e i knowledge brand che forniscono a questa politica pubblica un frame e degli strumenti operativi. Il successo di un progetto egemonico nel definire le strategie di accumulazione locali e le politiche pubbliche ad esse funzionali deriva quindi dalla capacità delle imprese qui considerate, superiore a quella degli attori pubblici, di sviluppare riflessività e apprendere. Insieme agli attori tecnico-scientifici, questa “frazione” di interessi economici plasma uno specifico senso comune all’interno della variegatura del neoliberismo, con un esito non molto dissimile da quello che ha consentito, ad esempio, la “convergenza divergente” delle politiche macroeconomiche neoliberiste in Europa.

Azione pubblica, imprese ed egemonia in una politica neoliberista: l’agenda urbana italiana e il paradigma smart city / D'Albergo, Ernesto. - STAMPA. - (2015), pp. 147-168.

Azione pubblica, imprese ed egemonia in una politica neoliberista: l’agenda urbana italiana e il paradigma smart city

D'ALBERGO, Ernesto
2015

Abstract

The chapter analyses those factors that have contributed to the launching and, so far incomplete and provisional, institutionalisation of an urban policy agenda in Italy. In particular, giving consideration to the basic elements of one of its important ideational components: the Smart City paradigm. Even though the latter legitimates a specific line of action, it summarises the frame of the agenda as a whole and specifies the general orientation of the neoliberal paradigm which, in turn, dominates EU policies. Focusing on this specific aspect, the chapter proposes an interpretation of the relationship between power and public action within the Italian urban agenda. According to this interpretation a specific type of economic actor has become better able to exert hegemony through state action, because it has effected an important strategy change: in order to create the extra-economic preconditions for pursuing an accumulation strategy – in this case that of selling goods and services – and reproducing it over time, not only do firms exert pressure, but they also play a more direct political role. They provide both the instruments and techniques to carry out actions and ideas that legitimate, address and structure public regulations, based on a specific vision of cities and the urban environment. The role of the Smart City paradigm in the urban agenda is not that of extinguishing the fundamental functions of politics but, on the one hand, of asking for it to be changed and, on the other, of achieving hegemony for the enterprises by taking on a new and more direct political role. In this case firms seem to replace both public (elected) actors and the traditional sites where applied knowledge is produced, in particular the universities. If necessary this goes beyond single firms’ interests in order to conceive those “imaginaries” and “knowledge brands” that provide this public policy with a frame as well as the operational tools it needs. A hegemonic project succeeds in defining local accumulation strategies and suitable public policies when the firms involved are better than public actors in developing reflexivity and learning. Along with technical and scientific actors this “fraction” of economic interests shapes a specific common sense within the variegated pattern of neoliberalism. The resulting effect is similar to that which has made possible the “divergent convergence” of neoliberal economic policies across Europe.
2015
Neoliberismi e azione pubblica. Il caso italiano
978-88-230-1943-0
Il saggio analizza i fattori che hanno concorso al lancio e alla sinora provvisoria e incompleta istituzionalizzazione di un’agenda di politica urbana in Italia, considerando in particolare gli elementi di base di una sua rilevante componente ideazionale; il paradigma della Smart City. Pur legittimandone soprattutto una specifica linea di azione, esso compendia il frame dell’intera Agenda, specificando gli orientamenti generali del paradigma neoliberista a sua volta dominante nelle politiche dell’Unione europea (UE). Focalizzando questo aspetto specifico, nel saggio viene proposta un’interpretazione del rapporto fra azione pubblica e potere nell’Agenda urbana italiana, secondo la quale un tipo specifico di attori economici incrementa la sua capacità di esercitare egemonia attraverso l’azione statale esperendo un sostanziale cambio di strategia: al fine di creare le precondizioni extraeconomiche adatte per perseguire una strategia di accumulazione – in questo caso vendere beni e servizi – e riprodurlo nel tempo, le imprese non si limitano a effettuare pressione, ma tendono a svolgere un ruolo più direttamente politico, fornendo sia strumenti e tecniche per condurre l’azione, sia le idee che legittimano, indirizzano e strutturano la regolazione pubblica, basate su una visione delle città e dell’ambiente urbano. Il ruolo svolto dal paradigma Smart City nell’agenda urbana non consiste nel far venire meno le funzioni fondamentali della politica, ma da un lato nel postularne un cambiamento e dall’altro nel realizzare l’egemonia delle imprese attraverso la loro assunzione di un nuovo e più diretto ruolo politico. Questo va oltre la consolidata varietà di pratiche e strategie prodotte dalla dipendenza delle imprese dallo stato e dello stato dalle imprese. In questo caso le imprese sembrano sostituirsi sia agli attori pubblici, sia ai centri tradizionali di produzione di conoscenze applicate, in particolare le università, nell’ideare, se necessario trascendendo gli interessi delle singole aziende, gli immaginari e i knowledge brand che forniscono a questa politica pubblica un frame e degli strumenti operativi. Il successo di un progetto egemonico nel definire le strategie di accumulazione locali e le politiche pubbliche ad esse funzionali deriva quindi dalla capacità delle imprese qui considerate, superiore a quella degli attori pubblici, di sviluppare riflessività e apprendere. Insieme agli attori tecnico-scientifici, questa “frazione” di interessi economici plasma uno specifico senso comune all’interno della variegatura del neoliberismo, con un esito non molto dissimile da quello che ha consentito, ad esempio, la “convergenza divergente” delle politiche macroeconomiche neoliberiste in Europa.
urban policy; interests; firms
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Azione pubblica, imprese ed egemonia in una politica neoliberista: l’agenda urbana italiana e il paradigma smart city / D'Albergo, Ernesto. - STAMPA. - (2015), pp. 147-168.
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